domenica 4 novembre 2012

BIG PHARMA - IMBOTTIRE DI FARMACI I SANI E’ IL NUOVO BUSINESS

Ma basta sensibilizzare la gente a nuovi consumi nel nome di una presunta attenzione alla salute. La vicenda rivelata da un’inchiesta di “E”, il mensile di Emergency Il settore del farmaco scoppia di salute, e il mensile E, edito da Emergency, mette in fila i numeri per scoprire quanto vale “Il business dei sani”, come titola la copertina del numero in edicola. Un business da primato, che nemmeno la crisi planetaria ha scalfito. “Il giro d’affari delle aziende farmaceutiche nel mondo ha superato nel 2010 i 610 miliardi di euro, fatturato a cui quelle italiane contribuiscono con una quota di circa 25 miliardi – spiega l’inchiesta di Roberta Villa -. La spesa media pro capite di ogni italiano per le medicine è di oltre 300 euro l’anno, ma non è tutto qui, perché il settore dei farmaci concorre per meno del 15 per cento all’intero comparto economico che ruota attorno alla salute. E questo mercato del benessere, dai confini sempre più sfumati, rappresenta ormai il 10 per cento dei consumi in Europa e il 15 per cento negli Stati Uniti“.

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BOCCIATO IL FARMACO DEL CANCRO AL SENO

Tra gli effetti collaterali "perforazioni gastrointestinali, emorragie e Ischemia"



Il comitato scientifico della Food and drug administration ha chiesto la revoca delle autorizzazioni per l'Avastin, prodotto di punta nel fatturato 2009 della Roche. Il medicinale, lanciato per la terapia di forme gravi di tumore in pazienti sottoposti a chemioterapia, non garantirebbe miglioramenti nei malati. La casa farmaceutica: "Niente allarmismi"

ROMA - Il comitato degli esperti della Food and drug administration (Fda), l'agenzia americana per il farmaco, ha chiesto il ritiro dell'autorizzazione per l'Avastin, il farmaco antitumorale della Roche. Con 12 voti favorevoli e un solo contrario, il comitato si è pronunciato in senso negativo sugli effetti del bevacizumab (questo il nome del principio attivo della molecola) rilevando che non produrrebbe benefici sufficienti a giustificarne l'utilizzo nella terapia dei tumori al seno con metastasi in pazienti sottoposte a trattamento chemioterapico. Il comitato consultivo sui farmaci oncologici (Odac) esprime solo pareri consultivi che però in genere la Fda fa propri. L'ultima parola verrà pronunciata il prossimo 17 settembre, fino ad allora l'anti-tumorale rimane a disposizione delle pazienti con tumore al seno avanzato, sia negli Usa sia in Europa. Anche in Italia, dove viene utilizzato dal 10% delle persone malate di tumore alla mammella, resterà sul mercato fino a diversa decisione dell'Emea, l'agenzia europea per il farmaco e dell'Aifa (leggi la scheda dell'Avastin 1). L'Avastin, farmaco molto costoso, si usa molto in America e meno in Europa dove è commercializzato ovunque, tranne che in Inghilterra. L'utilizzo del bevacizumab per il tumore del seno aveva ottenuto dalla Fda un'approvazione nel 2008 e nello stesso anno era stato autorizzato anche in Italia per il trattamento degli stadi avanzati del tumore del colon-retto, della mammella, del polmone non a piccole cellule e renale. "Questo antitumorale ha come bersaglio l’angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni. In altre parole il bevacizumab 'affama il tumore', isolandolo con la massa dai vasi sanguigni circostanti e lasciandolo così senza rifornimento di sangue, elemento critico per la sua crescita, sopravvivenza e diffusione", spiega il professor Pierfranco Conte, ordinario di oncologia chirurgica all'Università di Modena e Reggio Emilia.Sebbene il farmaco abbia dato risultati positivi in vari studi scientifici in particolare nella cura del tumore al colon, spiega l'oncologo, ha sempre lasciato qualche perplessità circa la sua azione sul lungo periodo. Tanto che la Fda ne ha autorizzato la commercializzazione con un'approvazione condizionata, riservandosi successive valutazioni alla luce di ulteriori di studi sui benefici del bevacizumab somministrato in presenza di altri tipi di tumore curati con la chemioterapia. Gli studi più recenti hanno spinto ora l'Odac a esprimersi negativamente: "Ci sono prove certe che l'Avastin causi effetti collaterali molto seri - ha affermato Wyndham Wilson, presidente dell'Odac - : tra i rischi connessi a una terapia a base del farmaco vi sono perforazioni gastrointestinali, emorragie e ischemia". La Roche difende il proprio prodotto e chiede di attendere la decisione di settembre senza creare allarmismi. Secondo la casa farmaceutica svizzera, inoltre l'incidenza degli effetti collaterali segnalati dall'Odac è inferiore al 4 per cento nei trial sui carcinomi mammari. Il parere dell'Odac - sottolinea ancora l'azienda - non influisce sulla disponibilità di bevacizumab per le altre patologie per le quali è approvato negli States né ha valore al di fuori degli Usa. Difesa d'ufficio più che comprensibile se si pensa che l'Avastin è un prodotto di punta della Roche - ben il 13% delle sue vendite nel 2009 -  e che gli analisti avevano previsto che nel 2014 sarebbe diventato il farmaco da prescrizione più venduto al mondo, con vendite per 9 miliardi di dollari annui.  http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2010/07/21/news/quel_farmaco_tumorale_non_abbastanza_fda_toglietelo_dal_mercato-5730803/

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L’India, finalmente, ammette le morti causate dalla sperimentazione di nuovi farmaci e promette regole più rigide per salvaguardare le “cavie umane” delle multinazionali farmaceutiche.

 l'articolo

GLI SCHELETRI NELL' ARMADIO DELL' INDUSTRIA DEL FARMACO